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Cantando tra i murales. Una testimonianza

Aggiornamento: 2 gen 2023

Pubblichiamo qui di seguito un testo di Giovanna, una delle coriste di Bibliocanto, che ha voluto condividere con gli altri le proprie emozioni al termine di una sessione di prove all'aperto. Ecco cosa scrive:


Il Coro? Non c'è, non si trova, non è menzionato in breve NON ESISTE.

L'accorato e puntuale appello di Davide Recchia presidente della Federazione Cori Italiani Chorus Inside, esprime tutta la miopia e l'incapacità di riconoscere le molteplici funzioni di un coro: "...produce cultura, interviene nel sociale, tutela le tradizioni dei territori, promuove il Turismo di qualità, unisce i popoli con il canto ed esporta il più ricco patrimonio musicale al mondo"

Non c'è musica, né armonia, non si pensa alla sua funzione sociale, terapeutica, vivificante di un territorio in una fase in cui il paese soffre e risente delle tragiche conseguenze della pandemia.

Il nostro coro ha continuato, malgrado le notevoli difficoltà a incontrarsi, nel totale rispetto delle norme per il contenimento del covid.

Il distanziamento, la mascherina, abbiamo anche indossato e cantato con la visiera. Fino a quando è stato possibile eravamo al riparo, nei locali della Consulta, con le finestre aperte.

Ben presto però le restrizioni ci hanno portato fuori e finchè la stagione lo ha consentito, le nostre prove si sono svolte all'aperto. Nostri estimatori? Gli uccelli, i passanti, gli inquilini dei locali attigui agli spazi dove di volta in volta abbiamo provato.

Ed allora voglio raccontarvi una storia a noi molto vicina, nello spazio e nel cuore.

Ieri, d'improvviso, questi muri hanno ripreso vita: il cemento ha partorito gioia.

Dall'infamante degrado è apparso un raggio di sole e di speranza. Questi muri colorati, animati, quasi dai murales, pur nei disordinati tentativi di armonizzare le iniziative, hanno alfine ascoltato il miracolo della coralità delle voci.

Da una struttura ke ha conosciuto l'allegria del bello e l'entusiasmo del nuovo, alla desolazione dell'abbandono e del degrado. Questa nostra realtà locale, si trova al centro del nostro quartiere, ingiustamente definito dormitorio, Spinaceto, ed è come una creatura ferita.

Quartiere dormitorio, già, anche il riposo del resto, foriero di nuove energie è necessario per dare ristoro.

Mai come in questo anno di forzato immobilismo ce ne siamo resi conto.

La determinazione di una squadra capitanata da due "pasionarie" Paula, la Maestra del Coro e Michelangela la presidente del Bibliocanto, vivace realtà culturale e associativa, di quartiere, ha permesso che questi spazi inutilizzati tornassero a vivere.

Ieri è successo un piccolo miracolo, uno di quelli che costellano la nostra vita, fatta di gioia, di sofferenza, di gratificazioni, di smarrimento, di entusiasmo, di dubbi, di scoraggiamento...

Oh no!!! Questa è una parola conosciuta sì, ma bandita dal vocabolario del nostro coro.

Sì, perché, noi, siamo un Coro. Un coro di voci diverse, certo, ma abbiamo un insegnante, Paula che con la sua caliente energia latinoamericana, col suo talento musicale, con la sua collaudata professionalità, è riuscita a creare una magia di suoni: all'improvviso, dal caos, come una novella creazione, le voci hanno trovato il ritmo, l'armonia e nel "piano" del quartiere è prima timidamente, poi sempre più forte e intenso apparsa una voce corale, quella dei cori di montagna!

Eccola la magia: sono scomparsi il cemento e i muri, il disagio e il freddo, e commovente, come negli alpeggi, l'emozione di una sola voce è comparsa a dare gioia e speranza.

Ancora una volta sperimentare di essere insieme, uniti dalla musica, dall'amicizia, dagli sforzi comuni ci fa stare bene e ci rende felici: sono brividi di vita, attimi di eternità...

Grazie a tutti


Giovanna




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